lunedì 6 giugno 2011

Fidanzamento


La ragazza sulla pagina engagement di tiffany.it è la versione di me più politically correct.
Lei pettinata, io con ciuffi di capelli sfuggenti da uno chignon casalingo.
Lei fresca di make up artist, io nature.
Lei in giacca, tailleur si direbbe, io in leggings e reggiseno (ma in pizzo di alta qualità, per cui mezzo punto a me).
E se le unghie sono a pari merito, le mie altrettanto curate e con uno smalto forse poco più romantico, il mio fidanzato vince. E' la versione con occhi verdi di James Franco, specialmente quando sorride, per quelle adorabili zampe di gallina che si allungano verso le tempie.

Ed era un sorriso trepidante, quello del 21 maggio scorso, quando è entrato piano nella mia cabina armadio con quella scatoletta color acquamarina. E io ho dimenticato all'istante i vestiti (no, non è assolutamente il mio stile), ho guardato lui, poi la scatoletta, poi di nuovo lui, improvvisamente privata del dono della parola, incredula, emozionata di un'emozione quasi soffocante e disarmante! Devo avergli detto qualcosa di veramente stupido, del tipo "guarda che lo riconosco quel colore", al che lui con un sorriso più deciso mi ha incoraggiata ad aprirlo.
E io lenta mi sono gustata ogni secondo del rito cui mi apprestavo a dar vita. Ho sfilato piano il fiocco di raso bianco. Solevato il coperchio di cartoncino. Tra le mie mani un piccolo astuccio di velluto scuro. La remota possibilità che si trattasse -magari- di un paio di orecchini ormai abbandonata. Lo sguardo del mio James mi ha penetrata nell'intimo, dolce. Mi è sembrato tanto più forte, alto, sicuro. Davanti ai miei occhi un solitario dalle linee pure, luminosissimo.

E lui che mi chiede: vuoi sposarmi?

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